Il 70% della popolazione italiana è al di sotto dei livelli minimi di vitamina D. Questa va assunta anche in inverno, come?
La luce del sole e gli alimenti sono le due fonti naturali per l’approvvigionamento della vitamina D. In estate è facile aumentarne le riserve ma durante l’inverno occorrerà prestare più attenzione per evitare problemi di salute.
La vitamina D è una vitamina liposolubile accumulata dal fegato e rilasciata dal nostro organismo a piccole dose quando è necessario. Viene sintetizzata tramite l’assorbimento dei raggi solari dalla pelle. Tra le sue funzioni quella di regolare il metabolismo del calcio con conseguente aiuto nella calcificazione delle ossa. Contribuisce anche a mantenere nella norma sia i livelli di calcio che di fosforo nel sangue. La vitamina D è tra le vitamine più preziose per il nostro organismo.
Oltre a rafforzare le ossa è utile per prevenire malattie respiratorie e immunitarie. L’esposizione al sole in estate e in primavera permette un’assunzione veloce e corretta di questa vitamina, ecco perché i sintomi influenzali sono meno frequenti durante le stagioni calde al contrario dell’inverno quando è più complesso assumere vitamina D. Ci sono persone, poi, che soffrono di disturbi che interferiscono con il normale metabolismo e sono più a rischio. Una quantità insufficiente di vitamina D, infatti, può causare rachitismo nei bambini e osteomalacia negli adulti.
Come aumentare i livelli di vitamina D in inverno
Il deficit di vitamina D si ha quando la presenza di questa vitamina nell’organismo scende al di sotto di 20 ng/L. La carenza comporta dolore alle ossa, dolore alle articolazioni, dolori muscolari a gambe e braccia, sudore alla testa e alle mani, debolezza muscolare ed eccessivo nervosismo. Altri sintomi sono le contrazioni muscolari involontarie, poca chiarezza mentale, stanchezza cronica e difficoltà nell’addormentamento.
La sintomatologia può acuirsi nel periodo invernale quando i livelli di vitamina D possono ridursi trascorrendo più tempo in casa, uscendo solo nella ore buie o seguendo una dieta poco equilibrata. Le fonti naturali dell’approvvigionamento della vitamina D sono, infatti, la luce solare e gli alimenti. Come tutelarsi durante la stagione fredda? Bastano 30/40 minuti al giorno di esposizione solare in estate per garantirsi la riserva ottimale per tutto l’inverno (a meno che non si soffra di patologie che ne impediscono l’accumulo).
Per far compiere i compiti alla vitamina D in inverno, dunque, bisogna agire di anticipo e passare più tempo all’aria aperta e al mare in estate. Poi ci si può aiutare anche con il cibo. La vitamina D si trova nei pesci grassi – salmone e sgombro – nelle uova, nei latticini, nell’olio di fegato di merluzzo anche se la quantità è minima. Al giorno un adulto ha bisogno di coprire un fabbisogno di 400 unità in assenza di fattori di rischio (qui sale a 1.000 unità). Attenzione, però, anche all’eccesso di vitamina D. Questo può causare una calcificazione diffusa agli organi e sintomi quali vomito, diarrea, spasmi muscolari. Meglio controllare tramite le analisi del sangue il livello di vitamina D nel corpo. I valori desiderabili sono tra 20 e 40 ng/mL.