Non sempre bisogna preoccuparsi per la TARI non pagata. Al sussistere di specifiche condizioni non si dovrà più corrispondere.
La TARI è la tassa sui rifiuti prodotti destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Deve essere corrisposta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo un immobile o un’area suscettibile alla produzione di rifiuti.
Dal 2014 gli italiani pagano la TARI come tributo incluso nell’Imposta Unica Comunale insieme a IMU – Imposta Municipale Unica pagata sul possesso di fabbricato o terreno agricolo – e TASI – tributo per servizi indivisibili. Le tariffe TARI sono stabilite con deliberazione del Consiglio comunale in base ai costi individuati nel PEF, costi da coprire proprio con le entrate della tassa sui rifiuti urbani. Ogni Comune può stabilire diverse scadenze di pagamento prevedendo almeno due rate a scadenza semestrale di cui una fissata dopo il 30 novembre per far coincidere il saldo con la delibera tariffaria pubblicata dall’amministrazione al 28 ottobre.
L’importo finale che il cittadino andrà a pagare dipenderà dalla superficie calpestabile dell’immobile e dal numero di occupanti l’abitazione più la quota variabili stabilita dal Comune. Il pagamento dovrà avvenire tramite Modello F24 oppure con bollettino postale o tramite MAV. I contribuenti riceveranno per posta il modello per il versamento ma se non dovesse arrivare potranno scaricarlo online tramite il servizio preposto dall’amministrazione.
Pagare puntualmente la TARI è un obbligo per i cittadini. Se si dovessero saltare le scadenze e non corrispondere le imposte dovute, il Comune potrebbe richiedere indietro il pagamento degli arretrati fino ad un massimo di cinque anni. Oltre all’importo della tassa si dovrebbe corrispondere anche sanzioni e interessi fino a triplicare la somma iniziale.
L’Amministrazione finanziaria procederebbe con l’inoltro di un avviso di accertamento al contribuente debitore. Se questo dovesse continuare a non pagare allora potrebbero scattare le procedure di recupero esattoriale ossia pignoramenti, fermi amministrativi, accuse di reato di evasione fiscale qualora l’importo superasse i 30 mila euro. Significa che si potrebbe finire in carcere per una TARI non corrisposta. Ciò che il cittadino deve sapere è che il Comune ha facoltà di chiedere gli arretrati solo fino a cinque anni come ogni altro tributo locale.
Trascorsi i cinque anni la tassa va in prescrizione e non va più pagata. Il conteggio dei cinque anni parte dall’anno successivo a quello di imposta. Ogni qualvolta si riceverà un avviso di accertamento ricordiamo che il conteggio si azzera e riparte da capo. Il contribuente che si accorge di non aver pagato un tributo scaduto da meno di cinque anni, dunque, può regolarizzare la propria posizione tramite ravvedimento oneroso sentendosi, così, apposto con la coscienza da cittadino onesto oppure potrebbe attendere che i cinque anni passino senza che il Comune si accorga del mancato pagamento. Capita raramente, quando si tratta di recuperare soldi le amministrazioni si muovono velocemente. Meglio evitare sanzioni, interessi e l’arresto e pagare subito la somma dovuta.
Camino in casa, come sbarazzarsi della puzza di fuliggine? Ecco 6 metodi semplici ed economici…
Condominio, che cosa prevede il regolamento in merito alle spese dell'ascensore. Al piano terra si…
Anche la cappa da cucina non è più di moda adesso sarà sostituita da un…
Trovare un rimedio al disordine che c'è spesso in cucina può essere provvidenziale, ora c'è…
Lo smartphone è pieno di germi e batteri, dobbiamo pulirlo spesso. Vediamo come fare con…
Lo sapevi che esiste una gomma magica che può essere ideale per fare le pulizie…