L’Agenzia delle Entrate fa delle puntualizzazioni sul Superbonus in condominio che hanno spiazzato molte famiglie.
Tra i Bonus edili il Superbonus è stato la misura più controversa. Ha aiutato tante famiglie a ristrutturare casa e condominio senza spendere soldi ma per molte alte è stato il caos e continua ad esserlo ancora oggi. Un chiarimento dell’AdE ha gettato nello sconforto molti cittadini.
Il Superbonus è stato rimaneggiato negli anni per cercare di colmare lacune e correggere errori ma la verità è che la misura è nata storta e tale è rimasta. Chi è riuscito a ristrutturare con il 110% senza incorrere in problematiche si deve considerare veramente fortunato. Nella maggior parte dei casi le famiglie si sono trovate ad affrontare situazioni inaspettate e a sborsare molti soldi. Quando poi il Governo ha eliminato cessione del credito e sconto in fattura lasciando unicamente la detrazione lo sconforto è stato totale.
Pian piano le richieste di Superbonus sono iniziate a calare preferendo altri Bonus edili più “semplici”. Anche l’aliquota ridotta negli anni non ha invogliato gli italiani ad affrontare un percorso solo potenzialmente vantaggioso e realmente pericoloso. Il 2025 rappresenterà l’ultima chiamata per chi ha voglia di tentare la strada Superbonus dopo averla vagliata attentamente cavillo dopo cavillo. Ma l’aliquota sarà ancora minore, il 65% invece che il 75% del 2024. Anche i criteri diventeranno più stringenti. Ma torniamo ad oggi con la risposta ad una FAQ dell’AdE che ha aperto gli occhi a tanti cittadini.
Sul portale dell’Agenzia delle Entrate è possibile trovare risposta a molti dubbi tramite le FAQ. Sarebbe bene che tali dubbi vengano sciolti prima di procedere con i lavori di ristrutturazione dell’edificio o dell’abitazione pensando di appoggiarsi al Superbonus visto che le indicazioni sono veramente tante e alcune poco note nonché puntigliose. Tra le questioni affrontate dall’AdE i lavori ammessi per le unità immobiliari in un condominio.
Parliamo di interventi volti all’efficientamento energetico che, ricordiamo, è richiesto dall’Unione Europea nella Direttiva Case Green. Una casa più efficiente ridurrà i consumi e avrà una classe energetica più alta che ne aumenterà il valore (e di conseguenza la rendita catastale, attenzione a questo dettaglio nel calcolo IMU e in altri contesti). L’AdE puntualizza proprio come gli interventi trainanti sulle parti comuni debbano avere l’obiettivo di efficientamento energetico.
Aggiunge, poi, che l’esecuzione di minimo un intervento trainante dà diritto ad effettuare lavori su ogni singola unità immobiliare ammessi all’Ecobonus come la sostituzione degli infissi, del generatore di calore dell’impianto di climatizzazione autonomo esistente, l’adeguamento dei sistemi di distribuzione, emissione (anche i sistemi a pavimento compatibili con il generatore di calore) e i sistemi di regolazione e trattamento dell’acqua.
L’Agenzia delle Entrate specifica come siano ammessi lavori di installazione degli impianti fotovoltaici, dei sistemi di accumulo e delle colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici. Questi ultimi possono essere installati sia sulle parti comuni dell’edificio sia nelle singole unità immobiliari. Infine, l’AdE conclude puntualizzando come gli interventi dovranno essere realizzati contemporaneamente agli interventi trainanti e far aumentare di due classi energetiche l’edificio o conseguire la classe più alta.
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