Un obbligo spesso poco chiaro per chi vive in affitto. Quali regole determinano il pagamento della tassa sui rifiuti?
Quando si entra in una nuova casa, si pensa a molte cose: il trasloco, la sistemazione dei mobili, i dettagli del contratto. Ma c’è un aspetto che, spesso, rimane in secondo piano e può diventare una spiacevole sorpresa: chi deve pagare la tassa sui rifiuti? È una domanda che molti si pongono solo dopo aver firmato il contratto d’affitto, magari davanti a una richiesta inaspettata del proprietario. Dunque, risolviamo questo dubbio: la TARI spetta all’inquilino o al locatore?
La TARI, ovvero l’imposta sui rifiuti, si basa su un principio chiaro: è dovuta da chi possiede o utilizza locali che possono produrre rifiuti urbani. Non importa se l’immobile è effettivamente abitato o meno: se ha il potenziale per generare rifiuti, la tassa deve essere pagata. Esistono alcune eccezioni, come le aree comuni condominiali o le superfici scoperte accessorie non operative, ma nel caso di abitazioni destinate all’uso abitativo, il pagamento è inevitabile. Ma chi è il soggetto obbligato a pagare la TARI quando l’immobile è affittato? La risposta dipende dalla durata del contratto di locazione e dalle clausole eventualmente incluse nell’accordo tra le parti.
TARI, la paga l’inquilino o il locatore?
Quando un inquilino prende in affitto un immobile, entra nella categoria di chi “detiene” il bene. Questo lo rende il responsabile diretto del pagamento della TARI, indipendentemente da ciò che è scritto o meno nel contratto di locazione. Per regolarizzare la situazione, l’inquilino deve comunicare al Comune la propria presenza nell’immobile e diventare intestatario della tassa sui rifiuti. A partire da quel momento, riceverà annualmente la notifica di pagamento e dovrà saldare l’importo direttamente all’ente comunale.
L’obbligo di pagamento da parte dell’inquilino, però, vale solo per contratti con una durata superiore a sei mesi all’interno dello stesso anno solare. Se l’affitto è più breve, il locatore rimane il soggetto responsabile. Esistono situazioni specifiche in cui l’inquilino è tenuto a pagare solo per il periodo effettivo di utilizzo dell’immobile, ma si tratta di casi legati alla durata e alla natura del contratto.
Quando non è l’inquilino a dover pagare la TARI
Un contratto di locazione inferiore a sei mesi solleva l’inquilino dall’obbligo di pagare la TARI. In questi casi, è il proprietario a dover adempiere al pagamento, a meno che non vi siano accordi specifici tra le parti. Se il contratto dura più di sei mesi ma inizia durante l’anno, come ad esempio a ottobre, l’inquilino è comunque responsabile per tutto il periodo di utilizzo, fino alla scadenza dell’accordo. È importante chiarire questo punto prima di firmare il contratto, per evitare incomprensioni e richieste di pagamento che potrebbero non essere legittime.
Quando una casa è condivisa da più persone, la TARI viene calcolata come un unico importo per l’intero immobile. Tutti i coinquilini sono responsabili del pagamento e, se uno di loro non versa la propria quota, gli altri possono essere chiamati a coprire l’intero importo. Il Comune, infatti, considera i coinquilini responsabili in solido, il che significa che può rivalersi su uno solo di loro per recuperare l’intera cifra dovuta.
Il locatore, in genere, non ha diritto a chiedere all’inquilino il rimborso della TARI, a meno che il contratto non preveda esplicitamente questa possibilità. Ci sono però situazioni in cui il proprietario tenta di addebitare l’importo all’inquilino, anche se non dovrebbe. Questo accade, ad esempio, quando il locatore mantiene la propria residenza nell’immobile affittato, violando la legge. La normativa, infatti, obbliga chi affitta un immobile a trasferire la propria residenza altrove, lasciando che l’inquilino diventi l’unico intestatario della tassa. Un rischio concreto per l’inquilino è rappresentato da eventuali richieste di pagamento doppie. Se, per errore, l’inquilino versa l’importo della TARI al proprietario invece che al Comune, l’ente locale potrebbe comunque pretendere il pagamento diretto. Questo accade perché il debito fiscale può essere estinto solo nei confronti del Comune, che è l’unico soggetto autorizzato a riscuotere la tassa sui rifiuti. Vedi anche in quali casi si può stare tranquilli per una TARI non pagata.