Scatta il rimborso della TARI con restituzione dell’80% dell’importo pagato al verificarsi di specifiche condizioni.
Gli italiani possono recuperare parte degli importi pagati per la TARI. Molte famiglie perdono questa occasione non sapendo quali sono i requisiti da soddisfare per poter chiedere il rimborso. Informarsi è un obbligo, niente verrà restituito in automatico ma solo previa domanda.
Quando c’è da chiedere soldi qualsiasi ente non perde tempo mentre se si devono restituire la tendenza è di soprassedere lasciando che sia l’utente a scoprire i propri diritti e a fare domanda di rimborso. I cittadini, dunque, hanno un importante compito. Riuscire a conoscere tutte le possibilità offerte per recuperare denaro indebitamente versato. Sicuramente non è semplice e in molti casi si perderanno cifre anche importanti senza esserne consapevoli. Proprio con riferimento alla TARI c’è una novità che pochi conoscono.
La Corte di Cassazione ha giudicato illegittima l’applicazione dell’IVA che tanti Comuni hanno messo in atto dal 2009. Significa che chi ha versato questa quota potrà chiedere rimborso e arretrati fino a dieci anni al Comune di residenza sia online che recandosi personalmente presso un Ufficio Comunale. Già questa è una prima informazione che tante famiglie non conoscono con la conseguenza che perderanno centinaia di euro. Il rimborso fino all’80%, però, si può chiedere anche in altre situazioni.
TARI, quando si ha diritto al rimborso fino all’80%
Una sentenza ha stabilito un precedente importante, che le famiglie devono conoscere. Quando il Comune non procede con il ritiro della spazzatura si può chiedere un rimborso TARI per le conseguenze spiacevoli per i cittadini (odori cattivi, danni all’estetica e al decoro urbano. Il servizio di ritiro non sempre è garantito nonostante gli onerosi esborsi dei cittadini. La TARI costa centinaia di euro alle famiglie che devono pagare puntualmente la somma dovuta in più rate (solitamente tre).
La Corte di Giustizia tributaria di Roma ha stabilito con una sentenza il diritto al rimborso TARI dell’80% di quanto versato a dei cittadini romani di uno stesso quartiere proprio per non aver ricevuto il servizio pagato. A causa di disservizi la spazzatura non è stata ritirata (ricordate il periodo della crisi dei rifiuti nella Capitale) e gli abitanti del quartiere Settebagni hanno avanzato ricorso chiedendo il rimborso della TARI pagata nel 2017 e nel 2018. Inizialmente è stato concesso un rimborso del 20% poi alzato all’80%.
Un precedente che autorizzerà chiunque si trovi nella stessa condizione a presentare richiesta di rimborso. Il problema dovrà naturalmente essere serio per dare diritto alla restituzione di una parte della tassa. A Settebagni ha causato accumulo di immondizia, comparsa di cinghiali, topi, blatte con conseguenti pericoli per la salute umana. Foto e riprese sono state inviate all’Amministrazione Comunale senza ricevere risposte.
Allora gli abitanti hanno deciso di rivolgersi ad un’associazione pro-bono che ha intentato causa fino al riconoscimento del 20% del rimborso. Roma Capitale ha fatto ricorso nel 2020 ma ha sbagliato. La Corte di Giustizia Tributaria ha dato torto alla città di Roma e aumentato il rimborso all’80%. Parliamo di circa 20 mila euro da erogare ai 40 abitanti circa di Settebagni.