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Pensioni minime a 1.000 euro, un sogno per tanti italiani: ecco perché non si avvererà mai

Le pensioni minime potranno davvero arrivare a 1.000 euro? Si parla di questo da tempo, ma sembra davvero difficile si possa trasformare questo desiderio in realtà.

I soldi che ognuno di noi guadagna non sembrano davvero bastare mai, non sempre perché si tende a sperperare o a concedersi vizi che non sarebbero poi così necessari. Il costo della vita, infatti, ormai da qualche anno è cresciuto vertiginosamente, ma lo stesso non possiamo dire degli stipendi, anche chi ha un lavoro sicuro arriva spesso stremato alla fine del mese, specialmente se subentrano spese impreviste. Non va certamente meglio per chi ha ormai finito la sua carriera lavorativa, anche se evidentemente il problema è maggiore per chi percepisce le pensioni minime, che raggiungono cifre che possono essere definite quasi ridicole.

Le pensioni minime potranno davvero aumentare in modo considerevole? – Foto |Unioneinquiliniroma,it

In più occasioni si è parlato della possibilità di far crescere l’importo, cercando di arrivare a una cifra che possa essere almeno discreta, raggiungendo la tanto agognata soglia dei 1.000 euro, che non sarebbe comunque così elevata. Tanti hanno così interpretato questa idea come l’ennesimo slogan politico, che non si è poi mai tradotto in realtà. Sarà così ancora a lungo?

Pensioni minime a 1.000 euro: sarà mai possibile?

L’importo delle pensioni minime dipende da vari fattori: età del pensionato, numero di anni di contributi versati e reddito del pensionato e del suo coniuge, ma con la possibilità di modifiche all’importo che possono avvenire ogni anno sulla base dell’inflazione. Per l’anno 2024, il trattamento minimo di pensione è salito a 614,77 euro per tutti i pensionati, grazie alla rivalutazione straordinaria delle pensioni prevista dalla Legge di Bilancio 2023, che ha permesso un ulteriore incremento del 2,7%.

Aspettarsi quindi delle novità ora che ci stiamo avvicinando al nuovo anno è quindi più che naturale, anche se nella maggior parte dei casi risultano essere lievi e portano a dover gestire una quotidianità fatta di tante ristrettezze. Recentemente si è parlato però di un ritocco verso l’alto che, se attuato, sarebbe davvero sostanzioso, portando l’importo che viene percepito a 1.000 euro al mese. Certamente sarebbe una cifra ancora bassa, ma con una differenza evidente rispetto a quella attuale, ritenuta almeno la soglia minima per ridurre le difficoltà (questo era stato uno dei cavalli di battaglia di Silvio Berlusconi).

Gli anziani in difficoltà economica sono sempre di più – Foto | Unioneinquiliniro,a.it

Ma sarà davvero possibile o si tratta di una nuova boutade lanciata ad arte per tenere calmi gli italiani? Al momento non ci sono ancora certezze su quello che potrà accadere nel 2025, la percentuale stimata è pari all’1,6%. Questo potrebbe portare la soglia minima salire di 9,57 euro, arrivando così a 608,18 euro (7.906 euro circa l’anno). Altre novità potrebbero però esserci se il governo sceglierà di confermare anche la rivalutazione straordinaria del 2,7%, visto che le risorse stanziate sono appena sufficienti per il 2024.

Niente è quindi ancora deciso, ogni scenario è aperto: è necessario un intervento dell’esecutivo per arrivare a 625 euro, se non dovesse esserci le pensioni minime potrebbero essere ancora più basse rispetto ad ora. L’obiettivo 1.000 euro potrebbe essere raggiunto da Giorgia Meloni e dai suoi ministri solo con una manovra incisiva, servirebbero infatti 30 miliardi di euro l’anno per garantirlo a tutti. Non andrebbe molto cosiderando i soli pensionati che oggi percepiscono importi minimi, in questo caso sarebbero necessari 10 miliardi di euro.

Qualora ci dovesse essere questo ritocco, non si potrebbe non mettere in atto una variazione anche per chi percepisce pensioni dal valore più alto, se così non fosse ci si sentirebbe vittime di una beffa. Basti pensare a quante sono le persone che ricevono 900 euro al mese, lasciare fuori loro avrebbe il sapore di un’ingiustizia. Muoversi in questa direzione farebbe comunque bene al Paese, visto che aumenterebbe le capacità di acquisto di molti, dando benefici anche a settori quali il commercio e non solo, l’ipotesi che questo possa verificarsi nel breve termine è però purtroppo davvero remota.

Ilaria Macchi

Nata il 4 ottobre 1982 sotto il segno della Bilancia e, come tale, amante del bello (la moda è una delle mie passioni) e della giustizia. Sono laureata in Linguaggi dei Media all'Università Cattolica di Milano e ho maturato esperienza come giornalista su web, carta stampata e web TV. Appassionata di sport, calcio in modo particolare, Tv e motori.

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