Pensioni, il Governo riconferma Ape sociale ma cambia un requisito importantissimo

Il premier Giorgia Meloni e la sua squadra di Governo hanno dato il via libera ad Ape sociale anche per 2025 ma con una modifica importante.

Il Governo di Giorgia Meloni, per il prossimo anno, ha fatto qualche ritocco ma non ha introdotto nuove misure per agevolare la pensione anticipata. Tuttavia non ne ha nemmeno eliminate: sono state riconfermate tutte quelle già in vigore nel 2024. Il prossimo anno, pertanto, i lavoratori potranno ancora fruire di Quota 41, Quota 103, Opzione donna e Ape sociale.

Giorgia meloni
Pensioni, il Governo riconferma Ape sociale ma cambia un requisito importantissimo-Credit ANSA-Unioneinquiliniroma.it

Quest’ultima è una delle misure più “ambite” in quanto consente di lasciare il lavoro a 63 anni e qualche mese – dunque con quasi quattro anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria – e con solo 30 anni di contributi che sono davvero pochi se confrontati con i 41 necessari per fruire di Quota 41 o di Quota 103.

Anche Opzione donna ha un requisito contributivo più alto: sono richiesti almeno 35 anni di contribuzione alle lavoratrici. Dunque Ape sociale è una misura che “fa gola” a molti anche se si rivolge solo a determinate categorie. Il Governo ha riconfermato la misura ma ha apportato una modifica fondamentale: è stato cambiato un requisito importantissimo.

Ape sociale: ecco come funzionerà nel 2025

Via libera ad Ape sociale anche nel 2025: la misura, nata nel 2027 ma mai diventata strutturale, ci terrà compagnia anche il prossimo anno ma con una novità importante. Infatti l’Esecutivo ha deciso di riconfermare Ape sociale ha a condizione di cambiare un requisito fondamentale per fruirne.

euro
Ape sociale: ecco come funzionerà nel 2025-Unioneinqiliniroma.it

Ape sociale è stata introdotta nel 2017 ma, nonostante siano passati ben 7 anni, non è mai entrata nella rosa delle misure di pensione anticipata strutturali. Fino al 2023 per sfruttare questa misura era necessario avere almeno 63 anni e almeno 30 anni di contributi. Dal 2024 il requisito anagrafico è stato aumentato e, dunque, non basta più avere 63 anni per andare in pensione con Ape sociale ma bisogna averne almeno 63 e 5 mesi. Il requisito contributivo, invece, è stato lasciato fermo a 30 anni fatta eccezione per alcune categorie che dovranno avere almeno 36 anni di contributi.

Ricordiamo che Ape sociale non si rivolge a tutti ma solo a:

  1. disabili con invalidità pari o superiore al 74%;
  2. disoccupati;
  3. caregivers;
  4. addetti ai lavori usuranti da almeno 7 anni negli ultimi 10 o da almeno 6 anni negli ultimi 7.

Per quest’ultima categoria, appunto, il requisito contributivo non è di 30 anni ma di 36. Con Ape sociale l’assegno mensile che si andrà a ricevere non può superare i 1500 euro e non sono previste la tredicesima né la quattordicesima. Inoltre l’assegno Inps non è soggetto a rivalutazione e non è reversibile.

Ultimo svantaggio da considerare: chi sceglie di andare in pensione con Ape sociale non potrà tornare a lavorare come dipendente. Potrà, al massimo, lavorare in modo autonomo e occasionale fino al raggiungimento di 5000 euro all’anno. Tutti questi paletti, tuttavia, cadranno quando il soggetto compirà 67 anni: a quel punto l’Inps gli riconoscerà la sua pensione di vecchiaia ordinaria intera con tanto di tredicesima e quattordicesima e, se vorrà, potrà anche rimettersi a lavorare.

Nel 2025 cambierà qualcosa? Sì, cambierà un fattore importantissimo: cambieranno i termini per fare richiesta di prepensionamento all’Inps. Con la legge di Bilancio 2025, il Governo ha deciso di uniformare i termini per presentare le istanze di certificazione dei requisiti a quelli per la pensione anticipata dei lavoratori precoci. Le domande, dunque, dovranno essere presentate entro queste date:

  • 31 marzo;
  • 15 luglio;
  • 30 novembre
Gestione cookie