Stufa o camino, l’accensione non regolare comporta delle pesanti sanzioni fino a 5.000 euro. Le leggi da seguire.
Con l’arrivo della stagione autunnale e l’abbassamento delle temperature la necessità di accendere ed usare gli impianti di riscaldamento diventa primaria. I periodi e gli orari di accensione di stufe, termosifoni, camini è regolamentato a livello nazionale con l’indicazione delle zone climatiche in cui è suddivisa la penisola e le corrispondenti fasi di funzionamento del riscaldamento.
Ma se questo è un aspetto fondamentale del quale tener conto per evitare sanzioni, vi è dell’altro da ricordare. Con l’autunno e l’inverno oltre alla pioggia e al freddo sono frequenti in molte zone del Paese le nebbie e le foschie. L’effetto non è solo la riduzione della visibilità, ma anche l’accumulo degli inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera con seri rischi per la salute. Proprio per questo la riduzione delle emissioni è necessaria e strettamente regolamentata.
In diverse Regioni italiane l’accensione degli impianti di riscaldamento, in particolare caminetti e stufe alimentate da biomasse, è strettamente regolamentata. Le norme sulla qualità dell’aria sono stringenti e non osservarle comporta sanzioni pesanti. L’accensione di stufe a legna o pellet, camini, termostufe a biomasse legnose e così via deve rispettare norme precise.
Il funzionamento di generatori di calore di questo genere con bassa classe emissiva comporta delle sanzioni molto pesanti per i trasgressori, fino a 5mila euro in Lombardia dove le pene sono molto severe. Le normative differiscono su base regionale, ma tutte sono orientate a limitare l’utilizzo di camini e stufe che non garantiscono la riduzione di emissioni inquinanti.
Per esempio in Lombardia i generatori di calore di nuova installazione devono avere almeno 4 stelle compresi limiti di emissioni, mentre è vietato l’uso di generatori di calore con 0,1 e 2 stelle. Anche il pellet usato nelle stufe deve essere certificato secondo la legge. In Veneto non si possono installare generatori di calore sotto le 4 stelle e usarne sotto le 3 stelle.
Restrizioni sono presenti anche in Emilia Romagna e riguardano l’utilizzo di stufe e caminetti di classe 1 e 2. Le stufe a pellet devono essere registrate e omologate. Anche in Piemonte sono limitati l’installazione e l’uso di stufe con classe di emissione inferiore a 3 stelle. In Toscana le stufe che usano biomasse devono essere registrate e rispettare i limiti imposti dalla legge.
Le Regioni applicano delle sanzioni pesanti per i trasgressori, da 500 a 5.000 mila euro, incoraggiando la sostituzione degli impianti datati, con modelli più aggiornati. Quindi attenzione alle violazioni delle norme anti-inquinamento, le conseguenze sono rischiose.
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