Il debutto di Francesco Baffo in Don Matteo ha emozionato milioni di spettatori, portando sul piccolo schermo una storia di grande delicatezza e umanità.
Francesco Baffo, giovane attore, appena dieci anni e originario di Viterbo, ha conquistato il pubblico con il suo ruolo di Bart Bonacina, un bambino con sindrome di Down e una passione speciale per le api. La sua interpretazione ha regalato momenti di pura tenerezza, contribuendo a rendere l’episodio del 24 ottobre uno dei più emozionanti della nuova stagione della serie, che ha registrato ben 4,3 milioni di spettatori e il 24,2% di share.
Il suo personaggio è stato subito apprezzatissimo dal pubblico, e alzi la mano chi tra voi non si è lasciato scappare – a seconda delle circostanze – una lacrima o un sorriso guardando la sua interpretazione. Bart è un personaggio che cattura il cuore sin dal primo momento. Il bambino vive una situazione familiare molto difficile: la morte della madre e un padre che, dopo averlo aggredito, non riesce a offrirgli il supporto di cui ha bisogno.
Chi è Bart, il bambino interpretato dal giovanissimo Francesco Baffo
Nonostante il dolore e le difficoltà, Bart rimane una persona luminosa, capace di portare gioia e serenità alle persone che incontra. La sua passione per le api diventa una delle caratteristiche più significative del personaggio, un modo per Bart di connettersi con il mondo che lo circonda e, soprattutto, con don Massimo, il protagonista della serie interpretato da Raoul Bova.
L’incontro tra Bart e don Massimo segna l’inizio di una bellissima amicizia, che si sviluppa nel corso degli episodi della stagione. Don Massimo, pur con il suo carattere da sacerdote forte e determinato, si lascia conquistare dalla dolcezza e dalla spontaneità del bambino. Deciderà così di offrirgli un rifugio sicuro nella canonica, dove Bart, in un ambiente protetto, trova una nuova famiglia e diventa parte della comunità parrocchiale. Il suo entusiasmo e il suo affetto, uniti alla sua visione del mondo, arricchiscono la trama della serie, donando alla storia una dimensione di speranza e di crescita.
Francesco Baffo, il baby attore “con un cromosoma in più”, è amatissimo dal pubblico
Francesco Baffo, che interpreta Bart, ha portato una freschezza e una naturalezza al personaggio che lo ha reso immediatamente amato dal pubblico. Il giovane attore, nonostante la sua giovane età, ha dimostrato una maturità sorprendente, riuscendo a trasmettere con grande empatia le emozioni del suo personaggio. La sua performance è stata applaudita sia dalla critica che dal pubblico, che ha riconosciuto in lui un grande talento. L’affetto nei confronti di Francesco è stato immediato anche nella sua città natale, Viterbo, dove il sindaco Chiara Frontini ha voluto congratularsi pubblicamente con lui, esprimendo orgoglio per il suo debutto in una delle serie più amate di Rai 1.
Con il suo debutto in questa nuova stagione, Francesco Baffo non solo ha dato vita a un personaggio indimenticabile, ma ha anche dimostrato che l’età non è un limite per interpretare ruoli che richiedono grande sensibilità e profondità. La sua performance ha fatto breccia nel cuore degli spettatori, che hanno seguito con affetto le sue avventure e il suo legame con don Massimo. Bart è diventato così un simbolo di speranza e di coraggio, dimostrando che anche nei momenti più difficili è possibile trovare la forza di sorridere e di fare la differenza.
La presenza nella fiction del giovanissimo attore, “con un cromosoma in più e un sorriso contagioso”, come scrivono sul suo profilo Instagram i genitori, segna anche un importante passo nel percorso di inclusività della televisione italiana, dove la rappresentazione di persone con disabilità sta diventando sempre più significativa. Con il suo ruolo di Bart, il giovane attore ha contribuito a dare visibilità a una realtà che, purtroppo, non sempre trova spazio nelle produzioni televisive. La sua interpretazione, quindi, non solo ha arricchito la trama della serie, ma ha anche sensibilizzato il pubblico a tematiche importanti, portando sullo schermo una storia di umanità e solidarietà che non poteva che colpire nel profondo.