L’assegnazione delle case popolari segue una normativa specifica. Vediamo chi può farne domanda, in che modo e a quanto ammonterà l’affitto.
L’edilizia popolare ha l’obiettivo di dare una casa a chi non può permettersi di pagare il canone del mercato libero. Per accedervi occorrerà rispettare precisi requisiti e inviare domanda al fine di essere inseriti in una graduatoria di assegnazione degli immobili.
Avere una casa in cui abitare è un diritto di tutti i cittadini che vivono in una nazione considerata civile. Molte famiglie richiedono un mutuo per poter vantare una proprietà immobiliare ma dove le banche non lo concedono sarà necessario ripiegare sull’affitto. L’importo dipenderà dalla metratura dell’appartamento e dalla zona di residenza. Un canone medio in Italia è di 700 euro, con un range che va da 350 a 1.200 euro e passa. Si tratta di cifre molto alte per chi ha uno stipendio basso e una famiglia da mantenere.
Pagare un affitto sul mercato libero potrebbe significare decurtare notevolmente il budget mensile non riuscendo a far fronte ad altre importanti spese. Qui interviene lo Stato con l’edilizia popolare e la possibilità di richiedere un alloggio con affitto molto basso, stabilito in base alle proprie disponibilità economiche. Le case popolari sono state costruite, dunque, per garantire un tetto sulla testa di chi si trova in condizioni di svantaggio economico al fine di tutelare il diritto all’alloggio.
Gli istituti autonomi case popolari hanno il compito di assegnare gli immobili tramite bandi e formazione di graduatorie. Per partecipare al bando della propria città bisogna presentare domanda dopo aver verificato di rispettare i requisiti per poter accedere all’alloggio popolare. Tra le condizioni di ammissione non essere proprietari di altre abitazioni adeguate, non aver subito sfratti e non aver occupato abusivamente una casa popolare negli ultimi cinque anni.
Un altro requisito è avere la residenza nel Comune di riferimento. Nel bando si leggerà, poi, il limite reddituale da rispettare per inviare domanda di alloggio che servirà anche per redigere la graduatoria. Una corsia preferenziale riguarda le famiglie con disabili, figli a carico e genitori single e cittadini italiani senza fissa dimora. Ogni bando, poi, potrà richiedere condizioni aggiuntive o modificare alcuni requisiti. In generale, il limite di reddito è di 20 mila euro.
Al momento dell’inoltro della richiesta occorrerà presentare anche l’ISEE- ERP in corso di validità (si ottiene compilando la DSU in autonomia tramite il portale INPS oppure avvalendosi dell’aiuto di CAF e patronati), un documento di identità e una marca da bollo. L’ente predisposto stilerà una graduatoria una volta raccolte tutte le domande e provvederà a chiamare i cittadini nel momento in cui ci sarà un alloggio libero da affittare loro.
Ricordiamo che l’importo non è fisso ma verrà calcolato in base ai redditi del nucleo familiare e tendendo conto dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. La richiesta di partecipazione al bando può essere presentata online compilando un apposito modulo scaricabile dal sito del Comune di residenza. In alternativa basterà recarsi presso uno sportello comunale predisposto oppure presso un patronato.
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