Cala il potere economico delle famiglie italiane: l’indagine di Cgia e Istat rivela una situazione drammatica

L’indagine svolta dalla Cgia di Mestre, riprendendo i dati forniti da ISTAT, fa riflettere molto sulla condizione economica delle famiglie italiane.

Tutto l’Occidente sta attraversando un periodo storico davvero delicato. Bollette sempre più elevate, prezzo del carburante alle stelle, difficile reperibilità delle materie prime, spesa per il cibo triplicata e molti altri fattori stanno facendo perdere potere d’acquisto alle famiglie europee. L’inflazione che abbiamo subito negli ultimi anni si è abbattuta anche sull’Italia, e infatti ne stiamo pagando le conseguenze.

Donna sconvolta rimasta senza denaro
Donna sconvolta rimasta senza denaro (Unioneinquiliniroma.it)

Le famiglie italiane diventano ogni anno più povere, proprio per colpa dell’inflazione e di salari incompatibili con il costo della vita. Se tutto è aumentato a dismisura, negli ultimi decenni, gli stipendi medi italiani sono fermi ai primi anni Novanta, per colpa di politiche scriteriate e di altre problematiche legate al nostro tessuto sociale. Il ceto medio sta lentamente scivolando verso la povertà, e questa dinamica spaventa tutti, poiché potrebbe segnare il futuro del Paese.

Indagine della Cgia di Mestre sulle condizioni economiche delle famiglie italiane: i dati non sono incoraggianti

Se il ceto medio sta diventando sempre più ceto medio-basso, il ceto medio-basso ha raggiunto ormai la soglia della povertà. Non a caso, in Italia esiste un fenomeno preoccupante, quello dei cosiddetti “lavoratori poveri”, ossia cittadini che lavorano normalmente, magari sono specializzati, in regola, e godono di ogni diritto lavorativo, ma che, nonostante lo stipendio, sopravvivono a stento.

Uomo disperato senza soldi
Uomo disperato senza soldi (Unioneinquiliniroma.it)

Purtroppo, con uno stipendio medio diventa sempre più difficile far fronte alle spese quotidiane. Ed è proprio su questo punto che si è focalizzata l’indagine della Cgia di Mestre, riprendendo i dati ISTAT sull’economia delle singole famiglie. Quanto spendiamo di tasse obbligate? Tra le spese obbligatorie rientrano il cibo, le bollette, la benzina.

Si tratta di una spesa mensile elevatissima, che soffoca milioni di famiglie in Italia, e che non permette un tenore di vita dignitoso. In media, un nucleo familiare spende circa 1300 euro al mese, in pratica il 55% delle entrate complessive, se ad esempio tutti e due i partner lavorano. Detto in parole povere: di due stipendi, uno viene fatto fuori solo per le spese obbligatorie.

Scomponendo la spesa mensile, l’indagine rivela che quasi 600 euro sono impiegati per l’acquisto di beni alimentari, circa 400 euro per la manutenzione della casa e per pagare le bollette, e altri 300 euro vengono spesi per il carburante o per l’abbonamento ai mezzi pubblici. Naturalmente, a queste spese se ne aggiungono altre, le cosiddette “spese complementari”.

Spese obbligate e spese complementari: come gli stipendi italiani vengono divorati

Le spese complementari sono quelle relative all’acquisto di accessori, di abbigliamento, di mobili, di cibi e bevande extra, come dolci e alcolici, e poi troviamo le spese per la cultura, per la ristorazione e per l’istruzione. Il totale mensile? Si arriva a spendere circa 2350 euro. A questo punto, che cosa resta di due stipendi medi? Ben poco.

Il poco che rimane deve essere messo da parte, magari per far fronte agli inconvenienti, oppure per potersi godere le vacanze, senza contare chi è in affitto o chi ha un mutuo sulle spalle. Se l’inflazione è cresciuta di anno in anno, specie negli ultimi 15 anni, dopo il periodo pandemico le spese obbligatorie si sono stabilizzate su soglie più elevate, mentre gli stipendi hanno persino perduto qualche punto di percentuale.

Insomma, le previsioni per il futuro non sono certo rosee, e a preoccupare è soprattutto la generazione di mezza età, la quale si ritrova con stipendi bassi e tante incertezze. Ora che ci avviciniamo al Natale, si calcola che le spese natalizie subiranno un calo del 10%, come già avvenuto nei due anni precedenti. Un trend che peggiorerà sempre di più, se non si interviene con le giuste politiche. Il bonus Natale, in questo casa, aiuterà molti lavoratori dipendenti.

Gestione cookie