Scopriamo se il timore di un aumento del costo dei sacchi di pellet fino a 10 euro è fondato o meno. La verità lascerà sorpresi… piacevolmente?
I cittadini che hanno scelto di riscaldare casa con la stufa a pellet sono preoccupati dai possibili rincari e stanno correndo a fare scorta dei sacchi da 15 chili. Le previsioni sull’andamento dei costi sono piuttosto chiare.
La stufa a pellet è l’alternativa preferita dalle famiglie italiane per riscaldare casa risparmiando. Le caldaie a gas fanno lievitare i costi in bolletta quando le basse temperature costringono ad accendere i termosifoni, da qui la decisione di cambiare sistema di riscaldamento senza spendere, però, una fortuna. Piuttosto che optare per la pompa di calore o una caldaia ad alta efficienza energetica – soluzioni che richiedono un oneroso investimento iniziale – i cittadini preferiscono la stufa a pellet. Alcuni modelli costano “solo” 400 euro anche se modelli più performanti possono arrivare a 5 mila euro.
Il pellet è ecologico, ha un’ottima resa e la manutenzione della stufa non prevede un impegno troppo gravoso. Basterà togliere residui e cenere una volta a settimana durante il periodo di utilizzo intenso per evitare malfunzionamenti dell’apparecchio mentre la canna fumaria deve essere pulita accuratamente prima dell’inizio della stagione fredda (questo è il momento migliore) e a metà stagione. I sacchi di pellet, poi, sono piuttosto economici.
Il costo dei sacchi di pellet è destinato ad aumentare?
Tra le spese da considerare quando si acquista una stufa a pellet la necessità di comprare i sacchi di pellet da 15 chili. Calcolare la giusta quantità di pellet per una corretta scorta in casa non è semplice. Indicativamente per un appartamento di 80/90 metri quadri e una stufa di 8 kWh accesa per 12 ore al giorno per 120/130 giorni serviranno all’incirca 150 sacchi da 15 chili l’uno. Un sacco può durare da 1 a 3 giorni in condizioni di uso normale.
In previsione di un inverno mite il consumo sarà inferiore con conseguente risparmio sulla spesa. Se la domanda cala, poi, anche il prezzo ne trarrà giovamento. Oggi il costo medio è di 5,29 euro per un sacchetto da 15 chili pari ad un prezzo dell’energia prodotta di 73 euro/MWh che si traduce in un risparmio del 54% confrontando pellet-metano. Nel 2024 i prezzi sono scesi rispetto gli ultimi due anni quando un sacco è arrivato a costare anche 16 euro.
Nel 2022 la domanda è aumentata notevolmente per il boom di vendite di stufe a pellet dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e la diminuzione delle scorte di gas. Da qui l’incremento dei costi anche per la maggiore difficoltà di reperimento della materia prima, il legno. In Italia sono pochissime le industrie produttrici, la nostra nazione si affidava alla Francia e alla Germania ma le importazioni nel 2022 hanno avuto un arresto.
Ora la situazione è migliorata e i costi del pellet sono più convenienti anche se non sono tornati quelli precedenti allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina (4 euro in media). Si prevede una situazione di stabilità e ciò significa che il timore di dover spendere fino a 10 euro per un sacco sembrerebbe ad oggi ingiustificato.