L’affitto con riscatto è l’alternativa al mutuo poco nota che tante coppie stanno scegliendo per comprare casa. Vediamo come funziona.
Affitto o mutuo? C’è una terza soluzione, l’affitto con riscatto. Al termine del contratto si sarà proprietari dell’immobile. Scendiamo nei dettagli per approfondire quella che è un’opportunità poco nota ma molto interessante.
Il sogno degli italiani è una casa di proprietà ma spesso viene spezzato dalla dura realtà. Per acquistare un immobile servono tanti soldi e spesso manca la liquidità necessaria per far fronte a tutte le spese. Bisogna, quindi, rivolgersi alle banche per cercare di ottenere un mutuo. Il problema è che gli istituti di credito vogliono tutelarsi e accetteranno la domanda di finanziamento solo se il cliente dimostra di avere un’ottima affidabilità creditizia. Non vogliono correre il rischio di un’insolvenza.
Ecco perché chiedono la busta paga, un contratto di lavoro a tempo indeterminato e altre garanzie a supporto della richiesta. Dove tali garanzie dovessero mancare i richiedenti otterrebbero un “no” come risposta. Succederebbe anche qualora il rapporto tra rata del mutuo e reddito fosse superiore al massimo consentito ossia al 30%. Dopo un rifiuto non rimarrebbe altro da fare che prendere casa in affitto per avere un tetto sopra la testa. In realtà c’è una terza possibilità che stiamo per esplorare.
Il sistema alla base dell’affitto con riscatto è molto semplice. Proprietario dell’immobile e inquilino si accordano affinché trascorso un determinato periodo di tempo si arrivi alla vendita dell’appartamento includendo le quote del canone di affitto corrisposte come parte del prezzo di vendita dell’immobile. Volendo scegliere questa soluzione si dovrà inserire nel contratto di affitto una clausola con l’opzione d’acquisto da parte dell’inquilino una volta scaduto il contratto di locazione e si dovrà indicare anche il prezzo di vendita della casa.
Va considerato, però, che andando la quota d’affitto ad integrare l’importo totale solitamente il canone sarà più alto del 20/30% rispetto la quota normale. La normativa distingue tra diverse tipologie di affitto con riscatto. Una prima formula è il contratto con diritto d’acquisto. Alla scadenza del contratto il proprietario dovrà vendere per forza la casa all’inquilino mentre quest’ultimo può decidere se comprarla oppure no. Poi c’è il patto di futura vendita con l’inquilino obbligato all’acquisto. In caso di rifiuto perderebbe le quote versate come anticipo.
Ultima tipologia il contratto con riserva di proprietà. Una volta pagata l’ultima quota di affitto l’inquilino diventerà proprietario dell’appartamento. Altra caratteristica da conoscere riguarda la durata dell’affitto con riscatto. Non può superare i dieci anni. Da sapere, poi, che il contratto dovrà essere trascritto presso i registri immobiliari per poter avere valore legale e che se l’affittuario non dovesse pagare alcune quote di locazione il proprietario potrà fare domanda di risoluzione del contratto.
Infine, è utile sapere che a pagare IMU e TASI sarà il proprietario durante la durata del contratto. Non è facile trovare chi decide di affittare un proprio immobile con questa tipologia di contratto perché dovendo stabilire un prezzo di vendita in anticipo non è possibile sapere se alla fine il costo rappresenterà un vantaggio o uno svantaggio.
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