Ogni regione ha una data di accensione dei riscaldamenti differente. L’Italia è, infatti, divisa in sei diverse zone climatiche.
C’è chi da alcune settimane ha già potuto accendere i termosifoni per riscaldare casa e chi dovrà attendere ancora un po’. La normativa stabilisce tempi differenti in base al clima della Regione di residenza.
Stiamo vivendo un autunno dal clima mite nella maggior parte dell’Italia. Le temperature sono in tanti casi sopra la media stagionale ma, purtroppo, non si riesce a godere di questo tepore. La nostra penisola, infatti, è colpita da un’ondata di maltempo che non dà tregua ai cittadini, specialmente ai residenti in alcune regioni come la Toscana, l’Emilia Romagna e l’Abruzzo. Anche Catania è diventata pochi giorni fa un fiume in piena e grandi metropoli come Torino e Milano sono sempre più spesso vittime di grandinate e spaventosi temporali.
Le piogge intense continueranno ancora per qualche giorno, poi per fine ottobre è previsto un calo delle temperature. Tra Halloween e Ognissanti assisteremo con molta probabilità ad un gelido cambiamento che ci costringerà ad accendere i termosifoni. Una pessima notizia considerando che i riscaldamenti faranno aumentare i consumi e di conseguenza gli importi in bolletta. Tanti italiani stanno cercando alternative alla caldaia a gas ma nel frattempo si informano sulle date di accensione dei caloriferi.
Le date di accensione e spegnimento dei riscaldamenti in Italia
L’Italia è divisa in sei zone climatiche per ognuna delle quali sono previste date differenti di accensione e spegnimento dei riscaldamenti nonché un numero diverso di ore giornaliere in cui tenere accesi i termosifoni. Prima di conoscere il calendario nazionale ricordiamo che i Comuni possono modificare le direttive generali anticipando o posticipando le date di accensione e spegnimento.
Le amministrazioni possono anche aumentare la temperatura massima dei caloriferi rispetto la norma generale che impone 19° con una tolleranza di 2°. Vediamo ora la suddivisione delle zone con rispettive date da segnare sul calendario.
- Zona A – Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa. Dal 1° dicembre al 15 marzo per sei ore al giorno.
- Zona B – Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Reggio Calabria, Siracusa, Palermo, Trapani. Dal 1° dicembre al 31 marzo per otto ore al giorno.
- Zona C – Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto. Dal 15 novembre al 31 marzo per dieci ore al giorno.
- Zona D – Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia, Viterbo. Dal 1° novembre al 15 aprile per dodici ore al giorno.
- Zona E – comprende le province di Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona, Vicenza. Dal 15 ottobre al 15 aprile per 14 ore al giorno.
- Zona F – Belluno, Cuneo e Trento. Non ci sono limitazioni.